Regolamento
1° Concorso fotografico
“Muri di umanità”
PARTECIPAZIONE AL CONCORSO FOTOGRAFICO
Il concorso è aperto a tutti gli appassionati di fotografia , senza limiti di età e la partecipazione è gratuita.
TEMA DELLE FOTOGRAFIE
Il tema del concorso è “ MURI DI UMANITA” (vedi allegato A)
TIPOLOGIA DELLE FOTOGRAFIE
Le fotografie stampate su carta fotografica dovranno avere il formato di cm 20 x 30.
Le foto devono essere inedite e non aver partecipato ad altri concorsi fotografici. Saranno esclusi fotomontaggi e foto pesantemente ritoccate.
MODALITÀ DI CONSEGNA
Ogni fotografia dovrà essere accompagnata da una scheda descrittiva dello scatto (vedi allegato B). Le buste contenenti le fotografie e le relative schede descrittive, dovranno essere consegnate a mano previo appuntamento chiamando al 3404689499 (Andrea) o al 3498719065 (Grazia) entro e non oltre il 12 settembre 2019.
USO DEL MATERIALE INVIATO
Ogni autore, titolare di tutti i diritti sui propri originali, è personalmente responsabile delle opere presentate. Ogni autore conserva la proprietà delle foto inviate al concorso, ma cede gratuitamente i diritti d’uso illimitato delle immagini all’organizzazione del concorso che può pubblicare e diffondere le immagini su siti internet e su qualsiasi altro supporto mediatico e pubblicitario, purché senza fini di lucro, con l’unico onere di citare ogni volta l’autore o gli autori delle fotografie.
DIRITTI E RESPONSABILITÀ DEI PARTECIPANTI
Ogni partecipante è responsabile civilmente e penalmente delle proprie opere, sollevando l’associazione “energETICA” da ogni responsabilità, anche nei confronti di eventuali soggetti raffigurati nelle fotografie.
Il concorrente dovrà informare gli eventuali interessati (persone ritratte) nei casi e nei modi previsti dall’art.10 della legge 675/96 e successiva modifica con D.Lgs. 30 giugno 2003 n.196, nonché procurarsi il consenso alla diffusione degli stessi, pena l’esclusione dal concorso.
In nessun caso le immagini inviate potranno contenere dati qualificabili come sensibili.
Ogni partecipante dichiara di possedere tutti i diritti sugli originali, sulle acquisizioni digitali e sulle elaborazioni delle fotografie inviate.
GIURIA
La giuria sarà composta da professionisti del settore. La Giuria determinerà una classifica di merito valutando le opere, con giudizio insindacabile ed inappellabile, anche in considerazione delle suggestioni, degli incanti e delle emozioni che le stesse saranno state in grado di suscitare.
PREMIAZIONE
La cerimonia di premiazione si svolgerà il 15 settembre 2019 nell’ambito della manifestazione “MADONNARI IN PIAZZA… E OLTRE”, Piazza S.Giuseppe Moscati, Bolano di Fisciano (SA). Il premio per la foto prima classificata sarà un buono Amazon.
ACCETTAZIONE DEL REGOLAMENTO E DELLE SUE CONDIZIONI
La partecipazione al concorso implica l’accettazione incondizionata delle norme contenute nel presente regolamento.
PRIVACY
I dati forniti dagli autori saranno trattati esclusivamente per le seguenti finalità: iscrizione al concorso fotografico, verbalizzazione delle operazioni della Giuria, formulazione delle graduatorie, comunicazioni tra Segreteria organizzativa ed Autori. I dati saranno trattati in modo cartaceo ed elettronico per i soli fini sopra indicati, dai soggetti che compongono la Segreteria organizzativa.
Titolare del trattamento è l’Associazione “energETICA”.
Il conferimento dei dati è obbligatorio. L’eventuale rifiuto a fornire tali dati impedisce l’iscrizione al Concorso fotografico e la relativa partecipazione. I dati non saranno comunicati e divulgati ad altri soggetti limitatamente a quelli previsti dal Regolamento e dal relativo Bando del Concorso.
In ogni momento l’autore potrà esercitare i diritti che l’art. 7 D. Lgs. 196103 riconosce nei confronti del titolare del trattamento. In particolare l’autore potrà chiedere di conoscere l’esistenza di trattamenti di dati che lo riguardano, la comunicazione, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima, o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, l’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione
ALLEGATO A
Muri di umanità
Il muro è da sempre per lo meno due cose: il muro protegge e separa, è il luogo su cui ci esprimiamo in modo comunicativo, espressivo, con disegni, scritte, come i murales, ma è anche quella cosa che ci nasconde il mondo dall’altra parte. C’è sempre un “di qua” e un “di là”, un “noi” e un “loro”. È sempre un oggetto ambivalente che ha almeno due significati e due valori, se non molti di più …
Innumerevoli sono i significati per la costruzione verticale composta da mattoni o sassi: un muro è chiusura, confine da valicare, limite ostile; è l’ostacolo della nostra azione, l’irriducibile definizione di una diversità. E tuttavia, un muro può anche saper accogliere una preghiera, un sogno; può diventare lo spazio su cui si manifesta l’aspirazione a essere, il permesso di desiderare.
Consideriamo le diverse funzioni che il muro ha avuto, una funzione pubblica come luogo di comunicazione, dove è sempre stata fatta la pubblicità, per esempio, dove vengono affissi le grida, gli editti, le cose che si vogliono comunicare alla gente, in passato sui muri di pietra, e oggi sui muri virtuali: siamo tutti connessi a un muro su cui scriviamo e leggiamo le cose che scrivono gli altri.
Dal Muro di Berlino a quello del Pianto, da Wall Street ai muri dell’artista Candy Chang, che in tutto il mondo raccolgono i desideri più importanti, quelli che si vorrebbero compiuti prima di morire. Dal muro di John Lennon a Praga fino a quello di Hong Kong, passando per Lisbona, Zurigo, Londra, Parigi, i “muri” sono spazi del ricordo, simbolo di fratellanza, manifesto per la ribellione, l’amore, la gioventù. Questo aspetto ci fa capire che è importante vedere il muro non solo come elemento divisivo, ma come contenitore di storie positive, un muro di umanità: in questo senso è bello pensare al muro come supporto di unione e non divisione.
“Muros que Unen/Muri che Uniscono” (un progetto nato dall’esperienza di un collettivo indipendente uruguaiano con la finalità di promuovere valori di integrazione, interculturalità e valorizzazione della diversità) ha provato a risignificare un oggetto simbolo di separazione e divisione, come un muro, trasformandolo in un mezzo di comunicazione e di interconnessione con l’altro attraverso la tecnica dei murales.
Una mostra in corso a Berlino punta i riflettori su tutte le mura, recinzioni e barriere che ancora oggi nel mondo separano con la forza Paesi, popoli e culture. (www.wallonwall.org)
Per il fotoreporter tedesco Kai Wiedenhöfer il muro è da sempre simbolo di protezione, una struttura che garantisce sicurezza e tranquillità a chi si rifugia dietro di esso. Basti pensare alle mura delle antiche città, che proteggevano gli abitanti. Ma il muro è sempre stato anche un potente simbolo di divisione, che inevitabilmente evidenzia, e amplifica, le differenze tra quelli che stanno “di qua” e coloro che invece si trovano “di là” dal muro. È infatti molto antica l’idea di poter separare popoli e culture tramite un muro, una barriera che tenga fuori gli “altri”, i “barbari” che, se lasciati liberi di passare il confine, metterebbero in pericolo l’ordine perfetto della società fino a minacciare di distruggere l’intero “mondo civilizzato”.
Quello del muro che divide la civiltà dalle barbarie, l’ordine dal caos, il bene e dal male, è un concetto talmente diffuso in tutte le culture, ed esercita un fascino così forte sulla nostra mente, da essere stato sfruttato molte volte nell’arte e nella letteratura. Il caso più recente è la saga fantasy Il Trono di Spade. Un elemento importante della storia è “La Barriera” (nell’originale inglese The Wall, “il muro”, appunto), un confine magico che separa i civilizzati Sette Regni dalle terre del Nord, abitate da terribili esseri soprannaturali chiamati semplicemente “gli Altri”.
Il fotoreporter tedesco ha fotografato alcuni dei più famosi muri divisori attualmente esistenti nel mondo, e ha esposto il frutto del suo lavoro in una mostra a Berlino Wall on Wall. Le foto esposte sono gigantografie, attaccate come enormi manifesti ai tratti del Muro di Berlino. Wiedenhöfer ci apre finestre a grandezza quasi naturale sui luoghi dove muri separano città, popoli, culture e Paesi.
Ci sono i muri che separano i quartieri protestanti da quelli cattolici, e i loro abitanti, nel capoluogo dell’Irlanda del Nord, Belfast. C’è il muro che separa la parte greca e quella turca di Nicosia, la capitale di Cipro, isola paradiso dei turisti ma lacerata da decenni da tensioni etniche e politiche. C’è l’Ungheria che sta ultimando il muro al confine con la Serbia, mentre Bulgaria e Grecia stanno terminando delle barriere contro l’immigrazione turca. C’è la zona demilitarizzata al confine tra Corea del Nord e Corea del Sud, che corre in corrispondenza del famigerato 38° Parallelo e divide i due Paesi, ancora ufficialmente in guerra dal 1953. E ci sono anche i lunghi tratti di mura e recinzioni che separano Israele dalla Cisgiordania palestinese, che passano spesso nel bel mezzo di centri abitati, separando famigliari e vicini di casa.
Infine, non potevano mancare i simboli delle moderne tragedie dell’emigrazione, come un tratto dell’immenso complesso di barriere e recinzioni posto al confine tra Stati Uniti e Messico, chiamato da alcuni, ironicamente, “Grande Muraglia Messicana”, che dovrebbe servire a prevenire l’immigrazione clandestina verso gli USA.
A citare Calvino “se alzi un muro pensa a ciò che resta fuori!” Il Barone rampante superando il muro che divide la sua proprietà da quella dei vicini, inizia a conoscere il mondo e a innamorarsene.
Michela Monferrini, nel suo saggio “Muri Maestri”, racconta muri che invece di dividere uniscono in nome della memoria. Dal Wall of Heroes voluto nel 1900 da Georg Frederic Watts in Postman’s Park a Londra, ai “ti amo” con cui Daniel Boulogne tappezza un muro di Parigi, dal Before I Die Wall al Waiting Wall fino al Muro del pianto: numerosi esempi di muri eretti per celebrare aspirazioni, sogni, ideali.
In L’età dei muri, breve storia del nostro tempo, lo scrittore Carlo Greppi racconta “Ogni barriera ci dà l’illusione di proteggerci e, al tempo stesso, ci rinchiude. E ci esclude”. E questo vale per i muri fisici, ma anche per quelli mentali, che ci fanno credere che si possa delimitare un confine netto tra un “noi” e un “loro”. E, soprattutto, che in “loro” si annidi sempre l’insidia e il pericolo”.
Nella nostra quotidianità incontriamo muri interiori, intimi. Sono invisibili, ma reali, esistono nella testa e nella coscienza, nella cultura o nella mentalità. Ce li costruiamo dentro, chiudono la nostra mente, diventando alti limiti invalicabili. Essi ci isolano dagli altri e persino sospendono il contatto con la realtà. Questi muri però cominciano a cadere nel momento in cui si suscita la curiosità delle persone per quello che c’è dall’altra parte. Quando c’è voglia di conoscenza, di interessi, di stimoli, a quel punto i muri cominciano a creparsi da soli. Dice papa Francesco: “Si diffonda sempre più una cultura dell’incontro, dividono il mondo”.
In Giappone, migliaia di giovani vivono volontariamente isolati, richiusi nel confine della propria stanza. Sono chiamati hikikomori e rappresentano il fenomeno degli adolescenti chiusi in camera per anni tra videogiochi, vita virtuale e rifiuto silenzioso del mondo. È un confine interiore, la paura degli altri, la voglia di rinchiudersi in sé stessi. Si stima che in Italia un fenomeno del genere investe circa 80mila giovani. I muri ci invitano a isolarci, a respingere, a rifiutare l’incontro e il confronto. Separano, frazionano ideali e coscienze, chiudono; la diversità diventa una minaccia e l’omogeneità un fine a cui tendere. Muro è paura. È tenere lontani le mie cose dalle tue. È ristrettezza e non miglioramento. È non guardare. Non ascoltare. Un solido verticale che si contrappone alla geografia orizzontale dell’incontro.
E così i muri si fanno alti, creiamo recinzioni trasparenti per guardare in faccia chi rimane dall’altra parte. Ma il muro ha due fronti: se da un lato vogliamo proteggerci, dall’altro cosa stiamo facendo?
ALLEGATO B
SCHEDA D’ISCRIZIONE AL CONCORSO FOTOGRAFICO “MURI DI UMANITÀ’”
Cognome ……………………….…………………… Nome ………….………………………….…………
Data di nascita ……………………… Residenza …………………..………………………………………
C.A.P. …………………Città ……………………..……………….. (……)
Recapito telefonico ……………………… Indirizzo e-mail ………………………………………………
DICHIARO
– di essere creatore e proprietario dell’opera;
– che l’opera non è stata premiata in altri concorsi;
– che l’opera non è stata mai pubblicata;
– di accettare tutte le norme e le disposizioni del regolamento del concorso.
AUTORIZZO
il trattamento dei dati personali ai fini istituzionali (D. Lgs. 196/03 e art.13 GDPR/Regolamento UE 2016/679)
CONCEDO
a titolo gratuito l’uso della foto ai fini dell’Associazione “energETICA”
1 – Titolo (…………………………………………………………………………………………..)
Firma del partecipante ……….…………….……………………………………….
(Se minorenne) Firma di chi esercita la patria potestà ……………………………………………………
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Scheda descrittiva dello scatto
Titolo ………………………………………………………………………………………………………..
Descrizione scatto………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
Dispositivo usato ………………………………………………………………………………………………………………..